Perchè parlare di Agricoltura Simbiotica? en
Perchè parlare di Agricoltura Simbiotica? en

Perchè parlare di Agricoltura Simbiotica? en

Perchè parlare di Agricoltura Simbiotica?

di Eurocarni

L’Agricoltura Simbiotica è una certificazione di sistema privata e volontaria della durata di 1 anno. È stato infatti depositato a livello nazionale ed europeo un disciplinare di produzione, a cura della Società Consortile Ecosi, che regolamenta le produzioni agricole e zootecniche. Le aziende interessate possono rivolgersi ad Ecosi e richiedere l’attivazione del processo di certificazione.


L’Agricoltura Simbiotica è un metodo virtuoso e sostenibile di coltivazione e/o allevamento, che prevede l’impiego di bioti microbici, humus e altri minerali zeolitici che riattivano, mantengono e sviluppano i microrganismi e i composti microbici del terreno, garantendo e migliorando quindi la fertilità e biodiversità del suolo. Un sistema agroalimentare è l’insieme di attività (cioè imprese e settori) tra di loro collegate da rapporti commerciali e che contribuiscono alla creazione del valore del prodotto alimentare come giunge sulla tavola del consumatore. È in pratica, tutto ciò che interviene tra “field” (il campo coltivato) e “fork” (la forchetta, la tavola del consumatore).


Come impatta l’agricoltura sull’ambiente e sugli allevamenti?

«L’Agricoltura Simbiotica ha un impatto sull’ambiente e sugli allevamenti. Un’agricoltura fatta bene, cambia i valori dell’inquinamento. Una premessa è d’obbligo: l’agricoltura incide sull’inquinamento totale dell’ambiente per il 7%: la zootecnia è il 67% di questo 7% totale. Con l’Agricoltura Simbiotica posso diminuire l’impatto ambientale in generale trattenendo la CO2 nel suolo e migliorando la respirazione dei terreni. Inoltre, cambiando le razioni alimentari si abbattono notevolmente le emissioni gassose delle produzioni zootecniche. Oggi un’agricoltura e zootecnia congiunte e sapienti possono creare degli ambienti virtuosi che vanno a credito di carbonio (CO2) evitando di contribuire al buco dell’ozono (il carbonio rilasciato dura nell’atmosfera per 900 anni)».


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Sergio Capaldo (Ph. Davide Dutto) 2